Rilievo e segno, declinati nella rosa delle loro infinite espressioni, assumono l’essenza della composizione ‘condivisa’ e colgono la vitale creatività dell’animo libero. Testimoni, entrambi, del misterioso artificio dell’arte, che non richiede la conoscenza di alcun codice precostituito ma semplice ascolto, attraverso gli occhi del cuore, del proprio intimo e più profondo sentire.
Paesaggi e scorci rupestri, dipinti ad olio, frutto della fluente creatività di Mario Esposito. Leggibili nel calore della palette cromatica e, più marcatamente, nella densità delle rappresentazione, attenta ad i volumi, che affianca felicemente i già noti Piccolini. Tele, questi ultimi, rigorosamente quadrate e dal formato minuto su cui un film di resina finale vela acrilici, smalti e diluenti all’origine di un’ampia rosa di soggetti. Da cui l’Albero della Vita, corrente e permeante nella produzione di Esposito ad evocare la celebre opera di Gustav Klimt, le figure di animali e le rappresentazioni astratte riconducibili, queste ultime, allo studio dei Grandi Maestri del passato tra cui, a titolo di mero esempio, Joan Mirò e Vasily Kandinsky. Se non icone senza tempo, al pari della celebre Vespa o del monumentale Colosseo. Grazie ai quali, su generosa concessione dell’artista, muta il ruolo dell’osservatore che, nel riassemblare i singoli elementi, diventa attore primario del cumponere, rivisitando attivamente l’armonica geometria dell’artefatto secondo gusto e propri sentire.
Il segno, vettore di significati ed, in primis, strumento di interazione più consono ad uno spirito libero alimentato dalla passione per la vita e per l’arte. Marchigiano d’origine, emiliano d’adozione, Raf Spalvieri raffina l’iniziale esperienza formativa presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna con la frequentazione dello studio del Maestro Dino Ferrari la cui impronta, spiccatamente figurativa, arricchita dalla costante presenza presso il Centro Internazionale delle Arti fondato e diretto dall’amico e poeta Giuseppe Tontodonati, delineerà la cifra stilistica delle tematiche care all’autore. Da cui i celebri belvedere, le nature morte e gli autoritratti, sovente frutto di una breve esperienza monastica sfociata a seguire nella realizzazione di opere permanenti, di stampo religioso, visibili, tra le altre, nel Comune bolognese di San Lazzaro. E nudi di donna, in cui l’arte di Spalvieri, declinando in chiave personale i dettami estetici dell’impressionismo, ritrae e valorizza l’armonica bellezza del corpo femminile con innata ed ammirabile delicatezza.
Testo critico e presentazione:
Pietro Franca
